Massimo Donno con Amore e
Marchette (Ululati, Lupo editore) suonerà alla Vineria San Sebastian a
Copertino in via Malta domani 27 luglio
alle ore 21.30
Nelle undici tracce che
compongono l’esordio di Massimo Donno c’è il segno di un cantautore che conosce
la materia umana, e che ama mescolare l’ironia e la poesia alla quotidianità
surreale dell’amore, fino a includere non solo le atmosfere – in un dialogo
costante – ma anche le voci del passato prossimo di Pier Paolo Pasolini (nel
brano “Tango”) o del grande Alberto Sordi (in “Bologna A.D. 2012″),
mescolandole al presente delle sue suggestioni autobiografiche, come fa ad
esempio nella traccia dal titolo “Il mio compleanno”. Un cantautore, Massimo
Donno, che non ha paura di guardarsi e, soprattutto, guardarci dentro con il
ritmo di una musica leggera e ironica. “Amore e marchette”, nuova produzione
dell’etichetta Ululati, vanta, tra le collaborazioni di eccellenza, quelle con
Massimo Geri (presente anche nel video del singolo “Amore e Marchette”,
realizzato dal talentuoso regista Gianni De Blasi), Nilza Costa (nel brano “Il
bianco ed il nero”) e Guido Sodo, nel brano intitolato “La colpa”. «Massimo
Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d’autore italiana
prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista
per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le
parole tra surrealismo e neorealismo. E’ una capriola, una giostra un pugno e
uno sberleffo un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite
imbarcate su fragili vascelli». Oliviero Malaspina.
Inizia lo studio della chitarra a
tredici anni. Tra il 2000 – 2001, insieme a Luca Barrotta e ad altri musicisti,
avvia il suo primo progetto di folk d’autore, “Allegra brigata Bodhran”,
ensemble che, ai testi di Massimo, unisce i suoni tradizionali del sud Italia,
dei Balcani, del klezmer. I lavori realizzati sono “Memorie” (2001), “In cerca
d’autore” (2003), “Demo” (2006), (demo-cd autoprodotti), con una semifinale al
“Premio De Andrè” dentro questo percorso. Dal 2005 ad oggi, realizza diversi
spettacoli tra cui “Ti saluto dai paesi di domani…” sulla vita di Fabrizio de
Andrè; “Le Otto ore” ispirato alle musiche tradizionali di lavoro e
immigrazione di tutta Italia; “One hand Jack”, tratto da un monologo di Stefano
Benni, con musiche di Fred Buscaglione.
Negli anni Donno è ospite di
progetti altrui, in cui opera da turnista. Collabora con l’attore Simone
Franco, con Alberto Bertoli (figlio di Pierangelo), con l’osservatorio
astronomico di Bologna e l’associazione per la Divulgazione delle Scienze
Sofos, per la realizzazione dello spettacolo di osservazione
astronomica/divulgazione scientifica dal titolo Racconti di cielo – Armonie tra
mito e scienza. Insieme al cantautore Gigi Marras, guadagna la finale al premio
Bindi 2011 e la finale al Premio Musicultura 2012 (Ex Premio Città di
Recanati), entrando nel cd ufficiale con i brani dei 16 finalisti. A giugno,
con un suo brano “Amore e Marchette”, vince “Promo”, mini-concorso su Ciao
Radio, radio Emiliana, ricevendo il maggior numero di voti. A luglio 2012 è
stato finalista al Premio Bindi riscuotendo ottimi risultati di pubblico e
critica. A settembre 2012 è stato finalista al Festival delle Arti di Bologna,
contest organizzato da Andrea Mingardi.
È stato finalista alla 14esima
edizione di Biella Festival autori e cantautori 2012, classificandosi tra i
primi cinque. È stato semifinalista al Tour Music Fest, il più grande festival
europeo dedicato alla musica emergente, con la commissione artistica presieduta
da Mogol.
Scrive di lui Oliviero Malaspina:
“Massimo Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d’autore italiana
prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista
per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le
parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà.
Il disco in ogni traccia è una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo
un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su
fragili vascelli. Semantica del testo e sintassi musicale si armonizzano perfettamente
nel suo creato di opposizioni binarie. Dalle quali scaturisce una bellissima
opera, un’opera aperta. Un’opera che perdere è come fare peccato”.
INFO
Ufficio Stampa OverecoAgenzia
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